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mercoledì 1 ottobre 2014

01/10/2014 Mercoledì mattino... STORIE CORTE... Quella strada un giorno...

Buon giorno...

Ieri mattina ho pubblicato questa fotografia...


Questa immagine ha evocato in me pensieri...
Seri? 
Veri? 
Neri? 
Austeri?
Nulla di tutto questo...
Qualche tempo fa ho compiuto una breve passeggiata in un mercato di antiquariato nei pressi della mia città... 
Quel giorno ho fotografato un po' di oggetti... 
A me quelle cose "gloriose", lasciate in mezzo a una piazza in attesa che qualcuno si interessasse a loro, mi hanno sempre suscitato sensazioni tristi...
Questa bicicletta, più di altri oggetti, ha attratto la mia  suggestione... Da quel sentimento è nata questa storia...corta...

Quella strada...un giorno...

Ho passato quasi tutta la mia vita a correre...su e giù per strade polverose... Quasi sempre le stesse... Avanti e indietro... Lui, il mio padrone, non aveva altri mezzi al di fuori di me... Faceva un sacco di chilometri...avanti e indietro...
Le strade di allora non erano mica come quelle di oggi, sapete?
Erano piene di buche...polverose, l'ho già detto, con poche automobili... C'era sicuramente meno smog di oggi...
Si procedeva placidi per quelle strade... Lui, il mio padrone, pedalava lentamente...eppure aveva una certa fretta... Doveva andare al lavoro...in fabbrica... Distava dieci chilometri da casa sua... Li percorreva sempre con me...d'estate...in inverno...col sole cocente...la pioggia...la neve...
Però il suo incedere andava al passo con quelle strade...era un incedere senza agitazione... Sembra proprio che le strade si siano evolute non tanto per assecondare le nuove automobili, più grandi e veloci, ma a causa della fretta degli uomini...


Ma io dico...l'uomo non è sempre lo stesso? Sì...secondo me...eppure...non è più lui... Corre...corre...corre... Ma dove deve andare, poi?!


Il mio padrone, mentre pedalava, guardava il paesaggio...lo gustava con lo stesso piacere che avrebbe provato bevendo un bicchiere di tamarindo all'ombra di un chiosco...in città... Lo conosceva a memoria, quel paesaggio...eppure ci trovava sempre qualcosa di nuovo... Perché era lui, il mio padrone, che si rinnovava ogni giorno... E si divertiva con poco... Bastava il ballo a palchetto, la domenica...o il bagno nel  fiume per renderlo felice... Si accontentava di ascoltare il fruscio delle foglie delle pannocchie che si confondevano con il rumore della mia catena...
Eh...erano altri tempi... Il mio padrone era felice...io con lui...
Come sempre accade, i momenti belli...piccoli, semplici...ma belli, finiscono...così come finisce la vita...


Il mio padrone andò in pensione... Subito fui felice... Pensai: "ora avremo ancora più tempo per stare insieme"... 
L'euforia durò poco... Lui incominciò, invece, a usarmi sempre meno... Non per cattiva volontà...semplicemente eravamo diventati vecchi...insieme... Il fatto è che l'uomo invecchia prima e peggio di noi biciclette...
Poco a poco mi lasciò in disparte... Qualche tempo dopo, se ne andò in un posto che non mi appartiene...
... Rimasi per anni inutilizzata... La polvere, i ragni, le cimici si presero gioco di me... Non mi riconoscevo più...
Un bel giorno un altro signore, più giovane del mio padrone, si interessò a me... Mi ripulì per benino... Sembravo tornata quella di un tempo... Può una bicicletta essere felice? Non lo so...eppure io lo ero...o lo sembravo... Pensavo che sarei tornata di nuovo su quelle strade... sapevo che erano cambiate... 
Ce l'avrei fatta a sostenere quei ritmi forsennati del nuovo presente? E chi mi avrebbe fatto correre? Quel signore? Credo si trattasse del figlio del mio vecchio compagno... Non ne sono certa perché sono stata chiusa in quella stalla troppi anni... 
Un bel giorno mi ritrovai su un mezzo più grande di me...uno di quelli "moderni"...con il motore... Strano, pensai, perché mai dovrei essere scarrozzata su questo bestione proprio io che sono nata per portare gli altri?


D'un tratto mi ritrovai dove mi vedete ora... Quel signore mi ha lasciato nelle mani di un altro uomo... Quest'ultimo non mi ha considerata molto... Mi ha dato una frettolosa sistemata, giusto per far crollare gli ultimi residui di polvere del mio glorioso passato, e mi ha messo in mostra... Sto lì, ora, ferma...a guardare la gente che  passa... che mi guarda e chiede al mio nuovo padrone: "quanto costa?"... Solitamente, alla risposta del "mio signore", tutti aggiungono: "troppo cara"...e se ne vanno...
Rimango lì, sospesa tra la dignità  e il rimpianto...in attesa di qualcuno che creda ancora nei vecchi valori e mi porti via da questo presente fatto di persone che vanno e vengono in cerca di frammenti del passato...loro o altrui... 
Può una bicicletta soffrire? 
Può una bicicletta sperare? 
Credetemi, io faccio entrambe le cose...
...qui...dove sono ora...

Buona giornata...

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