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giovedì 4 dicembre 2014

04/12/2014 Giovedì pomeriggio... IELUI... Che bella recensione...

Buon pomeriggio...

Dopo tutto questo tempo passato a lavorare, soffrire, trepidare, gioire, piangere e provare un'infinità di emozioni per allestire un "sogno" come IELUI, una recensione così bella è davvero un "toccasana" per i nostri animi provati...
E' noto che il settimanale acquese non spenda sempre parole di puro elogio verso le produzioni teatrali e musicali che vengono presentate nella città termale...
Ancor di più, quindi, l'articolo del dottor Giulio Sardi appare come un bellissimo tributo al nostro lavoro anche da parte della stampa...
A questo punto possiamo dire, senza timore di essere smentiti, che IELUI ha avuto un eccellente successo di PUBBLICO e di CRITICA!
Ringrazio sentitamente l'Ancora e l'estensore dell'articolo, un'ottima "vitamina" che ci aiuterà a riprenderci dalla fatica devastante di questi ultimi mesi...


Di seguito il testo integrale, scaricato dal sito de "L'Ancora"...

Il musical Ielui è sempre più bello
Gio, 12/04/2014 - 08:19 | redazione142



Acqui Terme. Ogni tanto succede. Anche ad Acqui.
Il teatro e la musica, le parole e la voce che danno emozioni.
In Ielui di Enrico Pesce (suo il soggetto, i testi, la musica e gli arrangiamenti; si è diviso in più come esecutore e direttore, con regia “a quattro mani” con la coreografa Tatiana Stepanenko; sua anche la produzione), il musical per rock band in due atti.
Per il musical, andato in scena al Pala Congressi dei Bagni, conviene cominciare dalla metà del secondo atto. Dal contributo di Costanza Mondo, nei panni della protagonista “giovane” (sì, perché l'innominata Lei regredisce dai 35 anni verso la culla).
Una magia, un incanto
Sera del primo dicembre, lunedì (la seconda delle date per questa ripresa, a dieci anni dall'esordio dell'opera al Teatro Ariston, 24 e 25 novembre 2004).
Il nitido canto de Non so chi sei di Costanza Mondo ha prima commosso la platea. E questa, al gran completo (oltre 550 persone ci è stato detto; qualche decina in più la sera precedente), solo dopo l'ultima nota, ha fatto partire uno dei più lunghi applausi che in città la storia recente ricordi.
Il fascino del teatro. Che fa dire allo spettatore “che bello esserci”.
Da ricordare anche l'accompagnamento delle animazioni, davvero ispirate, di Ivano Antonazzo: c'era anche lui dieci, anni fa, ma sappiamo che il contributo grafico/ scenografico è stato completamente rivisto. Ed è stato ben dosato: perché nei momenti topici lo schermo - dai disegni dinamici pulsanti di provette e alambicchi, pesci, silhouette, frutta e verdura, evocatore di palazzoni metropolitani - è capace, quando serve, di mettersi in pausa, invitando alla concentrazione sulla musica.
In questo caso una morbidissima linea melodica cantata magistralmente da Costanza Mondo: la grande sorpresa di questa serata.
Un peccato che le prassi recenti cancellino i modi consolidati del teatro musicale di un tempo: in questi casi, Alla Scala, o alla Fenice, al dimenticato Teatro Dagna di Via Nuova (Corso Italia) o al Garibaldi non ci sarebbero stati indugi: con la ripetizione, immediata, di una pagina bellissima.
Non l'unica di un lavoro che, di Enrico Pesce, è tra i più convincenti. E che, dal 2004, successo e fama ha raccolto tanto come musica pubblicitaria (pur ridotto, ovviamente, a breve frammento), quanto in una più estesa pagina in versione orchestrale (che anche gli spettatori del Pala Congressi han potuto apprezzare, in una esecuzione registrata a San Pietroburgo).
Ielui proprio non invecchia
È stato coraggioso e intraprendente Enrico Pesce in questa impresa: alla fine, di oltre due belle ore abbondanti di musica, abbiam contato, sulla ribalta, 75 interpreti, tra musicisti (il gruppo degli “Zotto”, con Fabrizio Assandri, Silvio Barisone, Claudio Botto, Giorgio Penotti, Antonio Pirrone, Fabio Zorgno, cui van aggiunte le tre violoncelliste che accompagnano la voce recitante Erica Gigli), il corpo di ballo dell'Asd Entrée, il nutrito coro, e le voci di Cinzia Debernardi, Alessia Antonacci, Costanza Mondo (le tre Lei), l' affidabilissimo Marco Benzi (Lui), Luciano Campora (lo scieniato) dalla sempre notevole presenza scenica, e ancora Stefano Zoanelli e Fabio Morino. E, davvero, ogni voce ha dato il meglio, anche avvalendosi dei consigli di Marina Marauda. Senza dimentica luci e suoni di My Stage, il trucco di Simona Danielli.
Bravissimi tutti. Davvero. Anche perché il riallestimento non era certo operazione semplice.
Ma non è stata una banale operazione “nostalgia”.
Curioso ritrovarsi in platea e riconoscere, sentire “amiche” tante melodie di dieci anni fa.
Segno che queste linee - da Sempre ti amerò nella vita mia, a Parlavamo di Platone Kant e Nietzsche, al coro Cibi transgenici, a Ave Maria, Padre nostro, sono una donna o sono un mostro - sono davvero ben tornite, ottimamente lavorate. Insomma: “funzionano”.
E anche la parte meno melodica, più percussiva e volutamente “dura e aggressiva”, del secondo atto, può essere considerata funzionale al ritorno dell'elegia. Che proprio le note di Costanza Mondo introducono.
Se i tempi fossero altri, men cupi, men tristi (che ad Acqui non ci sia più un teatro, o un cinema, qualcosa suggerisce; ma neppure altrove il teatro - figuriamoci quello musicale - gode di gran salute), non c'è dubbio che Ielui potrebbe “viaggiare” in tournée. Entrare nei circuiti grandi.
Un paio di confronti
Sotto gli occhi, mentre ancora a caldo, stendiamo queste note, abbiam la recensione di dieci anni fa, uscita sul numero del 5 dicembre.
Oggi, come allora, convinti della bontà del lavoro di Ielui di Enrico Pesce (cui abbiam rimproverato, lo sappiamo, certe volte - forse sarà colpa della nostra propensione classica - anche qualche eccessiva libertà reinterpretativa, o nella trascrizione).
Se, allora, avevamo insistito sui confronti musicali (tra Gershwin e Puccini), oggi vale la pena di insistere su un altro elemento filmico e cinematografico. Un altro valore aggiunto. Con i contributi di Ivano Antonazzo che (uniti ai testi e musica) rafforzano i legami con i capolavori del muto. Con Metropolis di Fritz Lang, e M il mostro di Dusseldorf, tra grattacieli, l'ossessione dell'orologio (e allora da ricordare è anche Tempi moderni), uomini in maschera e diabolici dottori...
Proprio bello Ielui.
G.Sa



A questa sera...

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