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sabato 27 febbraio 2016

27/02/2016 Sabato pomeriggio... Una poesia per le persone invidiose

Buon pomeriggio...


Vi è mai capitato di sentirvi dire che qualcuna/o ce l'ha con voi e quella persona, invece di chiarire le eventuali problematiche esistenti, si mette a parlare alle vostre spalle?
Credo sia un guaio piuttosto diffuso e distribuito omogeneamente lungo il nostro intero stivale... Anzi...sapete cosa vi dico? Credo che sia un problema del mondo!
Che cosa spinge molte persone ad avercela tanto con il prossimo?
I motivi possono essere mille... A volte è davvero il torto subito...a volte è un'incomprensione...a volte è, SEMPLICEMENTE, l'invidia...
Già...brutta bestia quella!
Credo che uno dei motori del mondo, sia proprio l'invidia! C'è anche quella "sana"... Io, per esempio, invidio spesso, in senso benevolo, quelli che riescono meglio di me nel mio ambito... La mia è un'invidia che mai farebbe esprimere un parere negativo su quella persona... Semmai quel tipo di "sana invidia" mi fa venir voglia di progredire ancora di più...di crescere...di migliorarmi...
L'invidia, quella sana, insieme al desiderio, è in grado di muovere il mondo...esterno e interiore...
L'invidia "malata", invece, quella che ti fa odiare chi fa meglio di te, ti si ritorce sempre contro...ti fa accartocciare su te stesso...
L'invidia, quella brutta, non conviene...
Insomma...dopo il "pistolotto" sull'invidia, ecco un breve componimento dedicato a quelle persone che si rotolano nel loro "letame" interiore augurando ogni male a quelli che stanno più avanti, più sopra...e comunque oltre loro...
Vi autorizzo a farla vostra e a indirizzarla a ogni piccola donna, o piccolo uomo, che avrete il dispiacere di incontrare sulla vostra strada di successi...

Poesia per le persone invidiose

Eih, tu
Che non mi guardi  in faccia, né negli occhi,
come si fa coi ragni o coi pidocchi,
davanti mi saluti come amico
ma, in realtà, la fine del lombrico
vorresti farmi fare in mezzo ai piedi
mentre, fingendo,  “come va?” mi chiedi!
Si può sapere cosa ti ho mai fatto?
Perché mi tratti come spesso il gatto,
con cattiveria, gioca con il topo
per poi lasciarlo, morto, poco dopo?
Ma tu giammai la smetti, mai ti stufi,
starnazzi come fanno mille gufi,
emetti grida stridule e silenti
di cui poi, incurante, non ti penti.
Non ti ho mancato affatto di rispetto
né lo farò giammai, te lo prometto!
Non ti ho sedotta, e quindi abbandonata,
né ti ho cantato mai la serenata!
Sarà per questo? Non mi pare mica?
Per me sei stata e resterai un’amica…
Dunque, si può saper che ti succede?
Ed è il poeta stesso che lo chiede!
Invece di parlare a destra e a manca,
finché di blaterar tu non sei stanca,
Perché ‘ste cose non le dici in faccia?
Capisco che la cosa non ti piaccia!
E mentre aspetto, invano, che ti muova,
come gallina quando fa le uova,
permettimi di darti un bel consiglio,
come darebbe un padre al proprio figlio:
chi vive nel rancore vive meno
e fa pur la figura dello scemo
perché si cruccia e crogiola il suo cuore
in una melma dal cattivo odore.
In una strada stretta e senza scorci
s’infila come nel letame i porci.
Allora, cara amica che ti struggi,
da quei risentimenti, se puoi, fuggi!
Pensa alle cose tue, se sono belle,
oppure pensa al cielo e alle sue stelle,
e cerca di non essere gelosa;
l’invidia, cara,  è una brutta cosa,
riduce il cuore tuo come uno spillo,
mentre, mia cara, io vivo TRANQUILLO!

Buon pomeriggio a tutte/i...

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